Longhi al Giovedì- Fenomenale Solskjaer. Ma era Mourinho il problema?

Non è per ruffianeria, ma devo fare i complimenti alla redazione di Calciomercato Report che, in questi giorni, è più attiva che mai nell’aggiornare il sito con notizie fresche relative ad indiscrezioni, trattative e potenziali colpi clamorosi. Mi sono chiesto, prima di mettermi davanti al foglio bianco, se avrei dovuto o meno scrivere un editoriale sul calciomercato, ma lascio questo compito a chi lo sa fare meglio di me. Se il calciomercato impazza, il campionato italiano è fermo, allora di cosa dovrò scrivere? Be’, è il calcio italiano ad essere fermo, mica tutto il calcio, anche perché c’è quello inglese che regala sempre grandi emozioni. Non voglio soffermarmi sulla bellissima lotta per il titolo, bensì su una squadra gloriosa e di grande tradizione che, dopo aver esonerato uno dei tecnici più vincenti della storia del calcio come Josè Mourinho, ha ritrovato smalto, vigore e soprattutto vittorie. Non era difficile capire il riferimento al Manchester United, affidato alla cura di Ole Gunnar Solskjaer, che ha saputo rilanciare i Red Devils che adesso sperano addirittura nel quarto posto, che sembrava un miraggio fino ad un mese fa. Quattro vittorie su altrettante partite per lo United, l’ultima in casa del Newcastle di Benitez, una squadra che sembra rinata proprio quando sembrava essere sprofondata nella mediocrità con il tecnico lusitano, ormai in rottura con l’intero ambiente. Ma allora era la squadra a non seguire più lo Special One e non aspettava che liberarsene? Viene da chiederselo, la domanda sorge spontanea, perché ora il Manchester United è ritornato temibile, ha ritrovato fiducia, autostima e anche entusiasmo, mentre sotto la guida di Mourinho era scialbo e incolore.
Non che sia diventato d’un tratto una corazzata tale da contendere il primato a Liverpool e Manchester City, ma le quattro vittorie consecutive, soprattutto il blitz in casa dei Magpies e il concomitante pari interno del Chelsea contro il Southampton, hanno riportato il pubblico dell’Old Trafford a credere almeno nel quarto posto. Cosa avrà mai fatto Solskjaer, che comunque aveva il vantaggio di conoscere bene l’ambiente essendo stato una stella dello United degli anni d’oro? O il solo fatto di non vedere più entrare la sagoma di Mourinho, ha reso lo spogliatoio più sereno? Possibile che con l’ex tecnico ci fosse tutta quella tensione? Al di là di tutti gli interrogativi che possono affiorare, il dato oggettivo è che, con il norvegese in panchina, in campo si rivede finalmente una squadra, lo United non poteva essere quello che non riusciva ad inanellare più di due vittorie consecutive. Mourinho ormai era un separato in casa, prolungargli la permanenza alla guida dei Red Devils sarebbe stata solo un’agonia, serviva un’aria nuova dalle parti dell’Old Trafford, quella che è riuscita a portare Solskjaer, il quale, pur essendo una icona in quel mondo, ha saputo come rinvigorire una squadra asettica. A fronte di tali risultati, chi aveva pensato al tecnico norvegese come a un mero traghettatore, può essere che stia cambiando idea e che voglia partire proprio da lui per riportare lo United ad essere protagonista onde competere per orizzonti più ambiziosi e luminosi.