L’editoriale di Checco Oddo Casano – 18 settembre

“Ciao Roma sono Jordan, il tuo nuovo guerriero”. Si è presentato in ritardo, al gran ballo giallorosso, ma meglio tardi che mai. Paulo Fonseca ha consegnato le chiavi del centrocampo giallorosso a Veretout e il francese ha risposto presente con una prima prestazione piena di contenuti, spunti e qualità. Sul web si è scatenato subito un raffronto, che potrebbe appesantire le spalle del centrocampista transalpino “un mix tra Nainggolan e Strootman”, eredità pesantissima, visto che il belga e l’olandese sono stati i protagonisti della mediana giallorossa per quasi un quinquennio. Meglio concentrarsi sulle caratteristiche dell’ex viola che, contro il Sassuolo, è sceso in campo con la voglia di stupire e convincere subito il pubblico romanista che ora le redini del centrocampo sono tornate in mani solide, dopo un anno di sbandamenti e mezze figure.

RETROSCENA E SOSTANZA – Per strappare il sì definitivo a Daniele Pradè, Gianluca Petrachi ha sudato le famigerate sette camicie, coinvolgendo tutti, compreso mister Fonseca, che dopo aver incontrato a Trigoria Mario Giuffredi, agente del francese, ha convinto telefonicamente Veretout a sposare il progetto giallorosso, a dispetto di quello del Milan. In mezzo una lunghissima trattativa, durata almeno un mese, con rilanci e contro rilanci tra le due società che più di tutte hanno mostrato interesse per Jordan. Il 20 luglio la Roma ha annunciato l’acquisto ufficiale di Veretout: “prestito da 1 milione con opzione per il riscatto a 16 più 2 milioni di bonus”. Un’opzione divenuta obbligo immediata però, dopo il primo punto conquistato in campionato dalla Roma contro il Genoa. Dunque Veretout è di fatto già un calciatore giallorosso a tutti gli effetti. Un problema alla caviglia accusato al termine della scorsa stagione con tanto di infiammazione alla ripresa dei lavori ad inizio estate, ne hanno frenato l’inserimento. Tante settimane di lavoro personalizzato e i primi dubbi in città sullo stato fisico del ragazzo, acuiti dalla ‘maledizione infortuni’ che attanaglia Trigoria da più di un anno. Veretout non ha giocato un minuto con la Roma in amichevole e nelle prime due uscite ufficiali in A, ma domenica contro il Sassuolo è sembrato giocasse da 10 anni all’Olimpico. Cuore, sostanza, qualità, interdizione e quella durezza nei contrasti che mancava da tempo. Una prestazione completa anche in termini di qualità. Veretout è risultato nelle statistiche finali del match il primo in casa giallorossa per passaggi positivi (51), per lanci riusciti (5), per palloni giocati (67). Questi numeri chiariscono come Jordan “oltre ad avere la capacità innata di pressare alto e rubare palloni all’avversario, è anche un costruttore di gioco” (Fonseca dixit). Un centrocampista totale, che alla Roma mancava e che al pari di Mkhitaryan ha impreziosito la mediana e la trequarti giallorossa. “Ciao Roma, sono Jordan, grazie per l’accoglienza, ora non voglio fermarmi più…”

A cura di Checco Oddo Casano