La Zandata – Io sto con Eusebio Di Francesco

Var o non Var a me poco importa. Io di mestiere faccio il giornalista sportivo, non il giudice. Pertanto non sta a me giudicare l’operato degli arbitri in occasione di Roma-Inter. Il compito mio, piuttosto, è quello di capire se giallorossi e nerazzurri stanno rispettando le aspettative di inizio stagione dopo un terzo di campionato.

INTER OK. L’Inter non si può lamentare. La squadra guidata da Luciano Spalletti, infatti, è terza in classifica e si giocherà la qualificazione agli Ottavi di Champions sino all’ultimo minuto dell’ultima giornata dei gironi. La distanza in classifica dalla Juventus è notevole, vero. Ma è altrettanto vero che l’Inter – pur con i molteplici innesti che l’hanno rinforzata – non ha ancora la qualità dell’organico dei bianconeri.

PERCHÈ STO CON DIFRA. “Quanto è bravo e coraggioso l’allenatore della Roma”. E ancora: “Finalmente una squadra dalla mentalità europea” dicevano gli esperti di pallone sino a qualche mese fa riferendosi ad Eusebio Di Francesco e alla sua squadra. La formazione capitolina al momento ha venti punti in classifica ed è a -4 dall’obiettivo dichiarato: il quarto posto. I giallorossi, inoltre, sono già agli Ottavi di Champions (conquistati con un turno d’anticipo). Ora, il discorso è molto semplice: che cosa pretendiamo dalla Roma? A me sembra palese che se ti privano di Nainggolan e Strootman le cose non possono funzionare come nella passata stagione. Monchi ha portato avanti un lavoro delicato ma che andava fatto: ringiovanire la rosa per vincere in futuro. Cristante, Zaniolo e Kluivert sono solo alcuni dei giovani romanisti che faranno parlare di sè. Ci vuole tempo. Diamo tempo a Monchi e Di Francesco. Anche perché occorre parlare chiaro e dire apertamente che la Juventus quest’anno vincerà il campionato con almeno quindici punti di vantaggio. Fanno bene Napoli e compagnia a non arrendersi ma non riconoscere la goldenshare dei bianconeri è da pazzi. Ma da pazzi pazzi. Pertanto, a mio avviso, l’obiettivo delle altre big non è quello di vincere la Serie A ma quello di costruire i presupposti per farlo in futuro. Fine delle trasmissioni.

A cura di Luca Zanda