Il punto di Calvano – 5 maggio

Più volte abbiamo aperto questo articolo con Zapata e Quagliarella, ma stavolta la copertina se la merita tutta l’allenatore della Dea Gian Piero Gasperini, con la vittoria a Roma contro la Lazio ieri ha ancora una volta dimostrato che il vero autore del miracolo Atalanta è lui, un allenatore capace di trasformare qualsiasi cosa che tocca in oro colato, l’anno scorso gli hanno smontato per buona parte la squadra, lui si è arrabbiato, ha alzato la voce, ma poi si è rimesso in gioco e ancora una volta ha avuto ragione lui, se tutto va come deve, manca davvero poco, un posto per la prossima Champions League è dell’Atalanta, la sua Atalanta. Sarà difficile stavolta toccargli il giocattolo, Gasperini vorrà giocarsi le carte europee con il suo gruppo al completo anche se con la dirigenza bergamasca non si può stare mai tranquilli, che vivrà vedrà.
La Lazio sprofonda sotto gli errori del suo difensore Wallace, Inzaghi prende le difese del giocatore come ovvio che sia, ma il brasiliano non doveva restare in campo tutta la partita, troppo intimorito e i fischi provenienti dai propri tifosi non sono stati un bel sentire. La Lazio probabilmente vorrà fare all in nella finale di Coppa Italia giocandosi il tutto per tutto, Europa compresa. È un bel rischio ma la cosa sicura è che la Lazio al completo può battere chiunque, e una partita secca è da sempre l’ideale per Simone Inzaghi, staremo a vedere.
A oggi la Roma sarebbe fuori dalla Champions, il pareggio in casa del Genoa ridimensiona e non poco le aspirazioni di Ranieri e dei giocatori, una partita giocata male e che si poteva trasformare in una sconfitta se Mirante non avesse parato un rigore al novantesimo a Sanabria. La Roma continua ad avere un buon calendario, ma la vittoria dell’Atalanta complica non poco la situazione di classifica, ora sono 3 i punti di ritardo dai bergamaschi con solo tre giornate da giocare. In corsa potrebbe restare solo il Milan se nel posticipo di stasera battesse il Bologna di Mihajlovic, il Torino a 6 punti dall’Atalanta non è tagliato fuori solo dalla matematica. Il Torino poteva vincere il derby, mai come stavolta ci è andato vicino in casa dei cugini Juventini, ma l’alieno Ronaldo non ci sta mai a perdere e anche stavolta ha messo il sigillo con il gol del pareggio su terzo tempo pallavolistico di testa con una Juventus distratta e con gli stimoli ai minimi termini. Mazzarri può recriminare, ma bisogna dargli atto che con il materiale a disposizione sta facendo molto di più di quanto richiesto all’inizio del torneo della serie A.
Parma Sampdoria partita spettacolo che finisce 3 a 3, il bello di non avere più niente da chiedere al campionato fa uscire fuori gare aperte e lo spettacolo ne beneficia, cosa chiedere di più?
Il Frosinone va avanti di due reti a Sassuolo, ma non basta per vincere la partita, la serie B si avvicina sempre di più per i ciociari e Baroni pensa al futuro, sarà ancora lui l’allenatore dei canarini?
L’Empoli che vince il derby con la Fiorentina rimette tutto in gioco riguardo alla lotta salvezza, 32 Empoli, 34 Udinese, 36 Genoa, 37 Bologna, con 9 punti ancora in gioco, davvero gli uomini di Andreazzoli possono compiere l’ennesimo miracolo, è vero anche che il Bologna gioca stasera con il Milan. La zona salvezza ogni anno regala sorprese e non è detto che questa stagione sia da meno. A mio avviso l’Udinese rischia davvero grosso.
Nota di demerito per la Fiorentina, il cambio Pioli Montella non ha portato nessun giovamento a livello di gioco e di risultati, secondo me succederà ancora qualcos’altro prima della fine della stagione alla panchina viola.
Ultima cosa, VAR. Ogni domenica ci sono polemiche, ieri sera a Napoli il Cagliari ha fatto la voce grossa per il rigore concesso al Napoli praticamente a partita finita, anche a ragione, forse l’unica maniera per uscirne davvero è obbligare gli arbitri a farli parlare nel dopopartita spiegando il perché delle scelte effettuate, un confronto che potrebbe togliere tanti dubbi, tante polemiche e soprattutto riuscire a capire finalmente il punto di vista di giudizio arbitrale, altrimenti non se ne uscirà mai.
GIUSEPPE CALVANO