ESCLUSIVA – Ezio Capuano: ” Nella mia vita avrei voluto fare il calciatore, fin da piccolo sognavo di correre dietro a un pallone”

Chi non conosce Ezio Capuano non è un vero sportivo e non ama il calcio. Il mister si è costruito con le sue forze, combattendo anche contro un sistema che gli remava contro. Capuano è uomo da ideali importanti che ha fatto del calcio la sua vita. Conosciamolo meglio attraverso questa intervista.

Lei si è costruito partendo dal basso. Ha iniziato ad allenare all’età di 23 anni, nell’88 l’Ebolitana, nell’Interregionale. Come si è avvicinato al ruolo di guida? Che tipo di allenatore è?

“Nella mia vita avrei voluto fare il calciatore, fin da piccolo sognavo di correre dietro a un pallone. Ebbi un gravissimo infortunio al gomito all’età di 17 anni. Conobbi Zanobbini, che nel 75 era il “deus et macchina”dell’Empoli, da lì nacque la mia carriera da allenatore, prima feci l’osservatore, portando in Toscana una fucina di campioni. Dopo di che iniziai con il settore giovanile dell’Eraglion, diventai Campione di Italia con i Giovanissimi dell’ annata 1975, battendo in finale la Roma. In seguito andai a Empoli, dove iniziai ad allenare la Berretti, con la quale ero in testa alla classifica. Ricordo che il sabato vinsi con la Berretti contro il Napoli, la prima squadra l’indomani perse, e io subentrai sulla panchina di Pietro Pinto, era la stagione 89-90.”

Ha definito il fallimento del Modena del 2017, quando lei era alla guida della squadra, il momento più buio della sua Carriera. Un professionista come lei cosa ha pensato in quei moneti di difficoltà ? 

 “Arrivai con un entusiasmo devastante, venivo da due anni  eccezionali ad Arezzo, Caliendo mi propose un triennale. All’epoca ero uno degli allenatori più chiacchierati in circolazione, non me la sentì di farmi liberare perché mi piaceva il progetto, ero ben visto a Modena, riuscì ad arrivare alla salvezza con un miracolo. É stata una cosa brutta però, ero io contro tutti, cercai di non far chiudere lo stadio, di far giocare i giocatori. Si vivevano dei momenti veramente assurdi. Venni addirittura attaccato dai calciatori nella rosa, io insistevo che giocassero, loro avevano deciso di far scomparire il Modena. Appena ho rescisso con il Modena, ho avuto la fortuna di trovare subito una squadra, la Sambenedettese, presa all’ottavo posto e portata  fino al secondo, ingiustamente mi impedirono di fare i Play-off, forse per paura di andare in B.”

 Serie B a 19 squadre, l’ennesima farsa italiana?

“É una cosa vengognosa, una cosa all’italiana,  una situazione anticostituzionale. Sicuramente a qualcuno avrà fatto comodo per guadagnare 300.000 in più, per avere più contributi. Ne risente tutto il panorama calcistico. Uno dei personaggi più forti che ha rappresentato la Figc, a livello istituzionale, è Gravina, una delle persone più serie, vecchio stampo, come piacciono a me, che ci sono nel mondo del calcio. É un personaggio da tenersi veramente molto stretto.”

Caos a Cosenza, che idea si è fatto?

 “Il Cosenza è la vittima di tutto ciò, di questo sistema degradato. Se la squadra calabrese dovesse perdere a tavolino ne risentirebbero i tifosi e la società. Non so di chi siano le colpe, ma non giocare una partita di calcio il 26 di agosto, per impraticabilità di campo, è vergognoso.”

 La Juventus ha preso CR7, il portoghese può rilanciare un calcio italiano che negli ultimi anni era un po’ povero di questi tipi di campioni?

“La Juventus ha fatto un’altra scelta di grande marketing. CR7 in quel momento poteva far decollare le azioni. Ritengo che sia una scelta di grande capacità manageriale.”

 Sempre Serie A. La Juventus vincerà di nuovo? Esiste un’anti-Juve a suo parere? Il Napoli di Ancelotti può fare bene?

 “La Juventus non ha rivali, per colmare il gap con i bianconeri serviranno tanti anni, non c’è una squadra come il Barcellona per il Real Madrid o viceversa. L’anti Juve è ancora il Napoli, ma attenzione all’inter e alla Roma.”