ESCLUSIVA- A tutta Serie D, J.La Ferla: ”Grande lavoro di Padova e Siena. Ecco le sorprese della stagione e i talenti in rampa di lancio…”

Jano La FerlaA tutta Serie D, focus sulla quarta serie. Tra grandi piazze pronte a riaffacciarsi al grande calcio, a giovani talenti in rampa di lancio. Ai nostri microfoni l’avvocato e agente di calciatori, Jano La Ferla si è soffermato su diversi argomenti:

Due nobili decadute come Padova e Siena ripartono dalla Serie D. Con il nuovo progetto possono ambire entrambe a una veloce risalita?
”Nella scorsa intervista di fine campionato citavo proprio Parlato e Morgia come migliori tecnici dell’anno ed ora curiosamente sono alla guida rispettivamente di Padova e Siena. Due piazze che hanno dovuto affrontare all’improvviso un fallimento e per le quali secondo me già in questo scorcio di stagione il bilancio che si può trarre è estremamente positivo, sia per l’una che per l’altra. Infatti quando c’è un fallimento, anche un momentaneo cambio di denominazione, cambio dell’intero organigramma societario è sempre difficile ricompattare l’ambiente, la tifoseria, soprattutto quando le piazze erano certamente abituate a palcoscenici nettamente migliori. E’ stato un grande risultato riuscire in tutto cio con gran merito dei tecnici che hanno saputo fare gruppo, compattare l’ambiente e far si che le nuova squadre seppur partecipassero alla Serie D siano già entrate nel cuore dei tifosi che hanno addirittura moltiplicato le loro forze se si pensa addirittura che stanno facendo cinque-sei mila spettatori a gara. Un fattore importante è certamente quello tecnico se si pensi che i migliori under ed altri pezzi pregiati si erano già accasati altrove e svolgendo il ritiro in un momento in cui le altre squadre avevano già terminato la preparazione. Ma questa partenza ad handicap è stata sopperita dai grandi risultati.Il Padova ha ottenuto fino a ora nove vittorie e un pareggio su dieci partite, primo in classifica mentre il Siena seppur ha avuto un momento di appannamento è secondo a tre punti dalla vetta. Grande merito al direttore De Poli per il Padova che Agnolin per il Siena ma soprattutto di Parlato coadiuvato da mister Lavezzini e Massimo Morgia”.

Quali sono le sorprese in questo avvio di stagione, un tecnico, una squadra che si sta esprimento aldilà delle più rosee aspettative:
”Sono sicuramente varie: un ottimo calcio lo sta esprimendo una matricola terribile come il Seregno di mister Sassarini che è in testa nel girone B come anche una sorpresa parziale come l’Este guidato da mister Zattarin che sta dicendo la sua in un girone difficile con compagini blasonate come Rimini, Porto Tolle, Piacenza e Correggese. Occhio poi al Sansepolcro, ottima partenza per mister Mezzanotti che alla guida di questa squadra aveva già fatto un grande lavoro tre anni fa ed all’Andria che seppur blasonata è una matricola avendo vinto il campionato di Eccellenza ed è allenata da Favarin, tecnico di categoria ed al Torrecuso nel girone I. Non è una sorpresa invece la corazzata Alto-Vicentino che è appaiata al Padova ed entrambe saranno protagoniste di un testa a testa che si risolverà nelle battute finali mentre la Maceratese sta dicendo la sua nel girone marchigiano”.

Calciatori importanti scesi in D, un esempio su tutti D’Agostino all’Andria, qual’è la difficoltà maggiore che può incontrare un calciatore di tale livello in questa categoria?
”Parlo anche da addetto ai lavori, calciatori come D’Agostino hanno tutta la mia stima per la scelta fatta. Ai miei assistiti ho sempre consigliato, anche se provenienti dalla Lega Pro, in mancanza di una collocazione sicura o di una società stabile, di scendere di categoria perchè ritengo la D un campionato competitivo che ha avuto in questa stagione un anno zero visto che è ritornata ad essere quella quarta serie cosi come lo era tanti anni fa. Credo che per un calciatore piuttosto che star fermo ad aspettare una chiamata da una Lega Pro,  che per alcuni è diventata una chimera, è opportuno prendere in considerazione l’approdo in una società di Serie D per ripartire e per affermarsi e rilanciarsi nelle categorie maggiori. Massima stima, quindi, a D’Agostino e a chi come lui è sceso di categorie per sposare progetti ambiziosi”.

Si parla molto di serbatoio italiano allargato anche alla Serie D, ma ci sono elementi già pronti al salto in categorie superiori?
”Sicuramente si, non sarebbe certamente una novità dell’ultim’ora. Un dato risaputo è che nelle categorie inferiori c’è stata gente che ha fatto bene anche nella massima serie, su tutti Torricelli alla Juventus dalla Caratese, da Riganò che ha segnato in A e nella Liga proveniente dall’Igea Virtus ma anche Giorgio Corona che ha avuto avventure in questa categoria. C’è poca attenzione degli addetti ai lavori su questa categoria visto che ormai si preferisce dare una controllata su internet piuttosto che girare per i campi che resta sempre invece, la cosa ottimale per avere l’idea completa di un calciatore. Un giocatore visto in partita non è mai come in un provino, quindi girare per i campi della D può essere un modo per trovare dei giovani talenti o almeno buoni giocatori senza attingere all’estero”.

Quali talenti potrebbero già dare un contributo in serie maggiori?
”Un nome su tutti, Davide Carnevale dello Scandicci. Punta che ha segnato più di venti reti lo scorso anno alla Fortis Juventus e in questo primo scorcio di stagione ha già realizzato sei reti e a mio avviso può segnare nelle categorie superiori con la stessa frequenza”.

Per i giovani talenti pronti per affacciarsi a palcoscenici maggiormente importanti, c’è un rischio maggiore di bruciarsi?
”Il rischio di bruciarsi c’è sempre e comunque,  ma il calcio è uno degli aspetti della vita dove bisogna trovarsi sempre nel posto giusto al momento giusto. A mio parere per un calciatore è sempre meglio giocare in una categoria inferiore piuttosto che starsene a casa, almeno vi è la duplice possibilità, per lo stesso di mettersi in mostra e per chi lo rappresenta di poterlo proporre al meglio. Per sapere prima se si è fatta la scelta giusta o sbagliata bisognerebbe essere maghi, però ripeto, a mio modo di vedere, se l’alternativa è star fermi meglio scendere in categoria”.