E’ già passato un anno…

Un anno.

Un anno esatto da quel maledetto giorno di Pescara.
Da quella maledetta zolla di terreno dello stadio “Adriatico”, dove hai lottato per ben tre volte, prima di cadere come un eroe, come un gladiatore che alla vita ha sempre risposto con un sorriso pur essendo sempre stato ingannato da essa.
Orfano di entrambi i genitori a 15 anni, due fratelli disabili da accudire, ma per poco, perché tuo fratello maschio non c’è la fa e si suicida.
Rimani solo con tua sorella.
Sono mazzate che abbatterebbero un supereroe, un semidio, ma tu no.
Tu Piermario rispondi con il sorriso e la gentilezza che non hai mai perso, rincorri il tuo sogno di giocare e sei felice.
Contro tutti e tutto.
Finché la vita chiede il conto anche a te, non ancora ventiseienne su quel maledetto campo di Pescara, dove hai lottato per ben tre volte prima di cadere.
Tre, come gli angeli che avevi lassù e che adesso hai raggiunto.
Riposa in pace Piermario, e non ti dimenticare di sorridere anche a quegli “uomini” che infangano il tuo nome con cori degni delle bestie.
Ma supererai anche questa, vero?
Ciao Piermario.
Uno di noi.
A cura di Stefano Mazzi